La tristezza di una scuola che premia con cento euro chi raggiunge la media del nove.

La notizia che un istituto superiore di Padova accorda un premio di cento euro agli sudenti con la media superiore al nove con tanto di cerimonia è indicativa di una mentalità che nuoce allo sviluppo di un sistema scolastico focalizzato su una evoluzione personale completa dei propri alunni ancor prima e ancor più che sui risultati numerici ottenuti.

Sinteticamente sono due i punti che mi preme sottolineare

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1⃣ La mentalità volta a premiare il raggiungimento di un risultato assoluto non tiene assolutamente conto che ogni persona, e quindi anche ogni studente, ha un potenziale umano differente, esprime una sua unicità che non è detto si adatti a un sistema di apprendimento come quello normalmente presente nelle scuole: lezioni frontali, scarsa interattività, apprendimento prevalentemente uditivo e visivo a scapito di quello cinestesico, esperienziale…
Molto più corretto sarebbe tenere conto del grado di evoluzione di ciascun studente a partire da condizioni di partenza assolutamente differenti sia per fattori personali sia per variabili di contesto e relazionali extra scolastiche.

2⃣ Con l’elargizione di un premio si continua a puntare sulla motivazione esterna, sul consolidato sistema del  “bastone e la carota” che può avere qualche effetto nel breve periodo ma che ha effetti assai limitati nel tempo e soprattutto tanti, troppi effetti collaterali.
Fra questi il più subdolo e più “letale” è l’inibizione dello sviluppo della motivazione intrinseca, una motivazione che nasce da leve interiori legate all’autonomia, alla crescita nelle abilità e conseguentemente del senso di autoefficacia, alla soddisfazione che nasce dal sentirsi capaci di, alla scoperta dello scopo di ciò che si svolge.

Superfluo dire che un’iniziativa educativa che voglia tenere conto di questi due aspetti necessiti certamente di insegnanti appassionati e appassionanti – che fortunatamente esistono – ma ancor più di dirigenti scolastici che abbiano una vision pù ampia e lungimirante dell’evoluzione dei ragazzi che gli sono affidati dalle famiglie.

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