📚 Un tema affrontato di frequente parlando di scuola con altri genitori è quello della motivazione dei propri figli verso l’apprendimento scolastico. Generalmente ciò viene manifestato con l’affermazione “mio figlio non ha alcuna voglia di andare a scuola / fare i compiti / studiare”.
Quando si parla di motivazione è fondamentale distinguere fra motivazione estrinseca e intrinseca.
Nella MOTIVAZIONE ESTRINSECA la fonte motivazionale è esterna alla persona. Sostanzialmente il ragazzo a scuola agisce, nella migliore delle ipotesi, per conseguire determinati premi e incentivi che sono rappresentati generalmente dall’apprezzamento dei genitori o talvolta degli insegnanti, ma più spesso da ciò che i genitori elargiscono a seguito dei buoni voti riportati: paghetta più sostanziosa, regali, ecc. Nella seconda ipotesi, il ragazzo invece affronta la scuola con un minimo impegno volto a evitare le conseguenze negative o le vere e proprie punizioni conseguenti a eventuali brutti voti assegnati dai docenti: riduzione delle uscite con gli amici, requisizione del cellulare e/o della consolle di videogiochi, riduzione di paghetta, ecc.
Questo tipo di motivazione non si manifesterà mai, o quasi, in un atteggiamento che possa far ritenere al genitore che il proprio figlio abbia “voglia” di andare a scuola.
▶ La cosiddetta “voglia” di andare a scuola è percepita dai genitori in presenza di una MOTIVAZIONE INTRINSECA che proviene cioè dalla persona stessa in risposta a proprie esigenze di soddisfazione personale, di sfida con se stesso, di sviluppo personale, di ricerca di senso. Nella motivazione intrinseca l’attività svolta diviene stimolante e gratificante di per se stessa.
Com’è possibile far sì che nostro figlio giunga a possedere un tale tipo di motivazione?
Sgombriamo in prima battuta il campo da un equivoco in cui è facile imbattersi rispondendo a una domanda: ritenete possibile attribuire dall’esterno una motivazione che per sua natura ha una fonte interna alla persona?
Se la vostra risposta è sì, è spiegato il successo di figure come guru, motivatori e simili, che promettono di rendere ciascuno in un certo lasso di tempo infallibilmente capace di raggiungere un livello di motivazione tale da poter raggiungere i propri obiettivi.
Io sono invece dell’opinione che il lavoro sulla motivazione intrinseca sia in realtà molto più difficile, che richieda cioè la predisposizione di tutta una serie di accorgimenti e situazioni che possono sì agevolare la formazione di una motivazione intrinseca ma che, in ultima analisi, il risultato finale dipenda dalla volontà della persona stessa di porsi in gioco e acquisire un tale tipo di atteggiamento.
“Puoi condurre un cavallo all’acqua ma non puoi costringerlo a bere”
(Stephen King – “Il miglio verde”)
Quali sono allora queste condizioni che possono agevolare lo sviluppo di una motivazione intrinseca?
📌 Innanzitutto chiediamoci che genere di motivazione ci muove personalmente per alzarsi da letto la mattina e recarci alle nostre occupazioni abituali:
Perché lavoro? Solo per assicurarmi il necessario sostentamento e togliermi magari qualche sfizio, oppure perché così sento di realizzare pienamente me stesso?
La risposta non è così senza conseguenze perché determina un atteggiamento verso il lavoro che i ragazzi possono facilmente osservare in famiglia: se arrivati al venerdì siamo pazzi di gioia e lo manifestiamo perché finalmente è finita la settimana lavorativa, se la domenica sera siamo corrucciati perché l’indomani si torna al lavoro, se il lunedì mattina siamo immancabilmente di pessimo umore, se abbiamo solo parole di insofferenza verso ciò che facciamo, come credete venga percepito tutto ciò dai nostri ragazzi?
Semplice: l’impegno per il lavoro (la scuola per loro) è una grande scocciatura da superare per arrivare finalmente a poter fare quello che ci pare nel fine settimana.
🎯 Dobbiamo partire da qui, dal nostro atteggiamento mentale verso il lavoro, verso le nostre occupazioni abituali, senza mostrare entusiasmo solo per il tempo dedicato al riposo e agli svaghi che, pur importanti, non possono essere assolutizzati. Il nostro esempio, il nostro entusiasmo per ciò che realizziamo giorno dopo giorno, sono fondamentali perché i nostri ragazzi possano arrivare ad una motivazione di tipo intrinseco.
Le altre condizioni che, come genitori ed educatori, possiamo contribuire a realizzare sono lo sviluppo della percezione di autoefficacia di nostro figlio e adottare uno stile genitoriale risoluto ed esigente ma al contempo affettuoso e incoraggiante.
💪 PERCEZIONE DI AUTOEFFICACIA
La percezione di autoefficacia corrisponde alla convinzione che una persona possiede di poter raggiungere un obiettivo, o affrontare positivamente una data situazione, in virtù delle proprie capacità, e dipende non solo dalle competenze effettivamente possedute e dai risultati fin lì raggiunti ma anche dalla considerazione che ciascuno ha maturato nel tempo di sé.
Il senso di autoefficacia è molto importante perché favorisce l’impegno che, a sua volta contraddistinto da determinazione e perseveranza, facilita il raggiungimento di buoni risultati a scuola, e questi a loro volta incrementano la percezione di autoefficacia di nostro figlio chiudendo un ciclo quanto mai virtuoso.

Diventa di importanza strategica dunque incoraggiare i nostri ragazzi ad agire, inizialmente sostenendoli nel loro impegno di studio o attivando procedure temporanee di motivazione estrinseca con l’utilizzo di premi e incentivi, puntando all’incremento della loro percezione di autoefficacia come risultato dell’ottenimento di una gratificazione conseguenti ai buoni voti raggiunti per effetto del lavoro svolto.
I buoni risultati a scuola possono inoltre favorire l’instaurarsi di un altro circolo conducendo allo sviluppo di una visione positiva del proprio futuro, a un atteggiamento di tipo ottimista il quale, a sua volta, favorisce l’impegno scolastico, fattore predittivo, come detto, del conseguimento di risultati scolastici di buon livello.
Tutto ciò ha un effetto sulla motivazione nel senso che i risultati scolastici, promossi dall’impegno attivato a sua volta dalla percezione di autoefficacia e da un atteggiamento ottimista, incrementano sensibilmente la probabilità che lo studente possa sviluppare un’adeguata motivazione di tipo intrinseco.
👍 STILE GENITORIALE
I genitori hanno un considerevole impatto sullo sviluppo della motivazione allo studio dei figli, non solo come detto sopra in relazione alla propria personale motivazione al lavoro, ma anche mediante il proprio stile genitoriale che, per essere efficace deve conciliare un atteggiamento fermo ed esigente con un tratto affettuoso e incoraggiante.
Da un parte cioè, come genitori dobbiamo stabilire chiaramente quello che ci attendiamo da loro esprimendo chiaramente delle aspettative sfidanti (non troppo facili, che richiedano quindi uno sforzo per essere raggiunte), realistiche (basate sulle effettive competenze, risorse e potenzialità dei figli) e verificabili in corso d’opera e a posteriori. Dobbiamo inoltre stabilire delle regole di convivenza in casa e di comportamento opportunamente motivate e, talvolta, contrattate.
Dall’altra però, è necessario essere incoraggianti lodando opportunamente per i traguardi raggiunti concentrandosi sugli sforzi compiuti da nostro figlio anziché sui risultati in se stessi, ed essere affettuosi manifestandolo fisicamente (anche se i figli manifesteranno una naturale ritrosia crescente verso ciò, ma nondimeno lo apprezzeranno), valorizzando le potenzialità e competenze, creando in famiglia un’atmosfera priva di situazioni di stress e mentalmente stimolante.
Conclusioni
Sviluppare la nostra personale motivazione intrinseca, favorire il senso di autoefficacia di nostro figlio e mantenere un profilo educativo incoraggiante benché esigente permetteranno, peraltro in un tempo non breve, di sviluppare le condizioni di base perché nostro figlio possa sviluppare a sua volta una motivazione di tipo intrinseco.
C’è un punto debole in questo tipo di approccio?
Sì c’è ed è in relazione allo step intermedio del raggiungimento di migliori risultati scolastici per facilitare lo sviluppo di una motivazione intrinseca. Le condizioni sopra indicate sono sì necessarie ma non sufficienti: è fondamentale infatti che il figlio disponga dell’energia per attivarsi concretamente nell’impegno scolastico, che maturi cioè l’opportuna determinazione e tenacia che dipendono essenzialmente dalla capacità di autoregolazione e dall’allenamento allo sforzo, alla fatica.
Ma questo sarà argomento per un altro tip. 😉
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